Ecco perché fallisci (mentalmente) con la dieta

Inizi una dieta e, dopo un primo momento di entusiasta novità, cominci a vacillare. E’ sempre così, è la trecentomilionesima volta che lo fai, ormai sei cintura nera di fallimenti annunciati.

Ripeti lo stesso schema, con le stesse modalità, gli stessi pensieri e le stesse azioni. Il finale è sempre lo stesso: molli tutto e abbandoni il progetto.

Ti sei chiesta perché accade? No?? Allora provo a spiegarti alcune dinamiche che se ignorate, possono diventare mostri che ti porti dietro per tutta la vita.

Innanzitutto voglio che tu sappia che il fallimento non è sempre negativo. Se c’è fallimento è perché stai tentando di attuare un cambiamento e questo è SEMPRE POSITIVO. Un cambiamento che ti riguarda molto da vicino tra l’altro. Ma cosa fare se l’intoppo è dietro l’angolo?

Prima cosa: poniti immediatamente due domande. Perché hai sbagliato e dove hai sbagliato. Individua subito i motivi che ti hanno portato a deviare e come li hai trasformati in azioni (disfunzionali).

Non ascoltare l’orgoglio però!! E’ il tuo peggior consigliere: lui non ti farà MAI ammettere le tue responsabilità e tenderà a spostare la colpa su qualcun altro (un professionista non capace, un marito che non aiuta, le amiche che fanno l’aperitivo..) o qualcos’altro (è un periodo di stress terribile a lavoro).

Ricorda che avere a disposizione una scusa, anche se autoprodotta, può essere sempre utile nel caso di un fallimento. Es: “se non avessi avuto questi imprevisti ci sarei riuscita sicuramente…” Se ci impegniamo al massimo, in caso di fallimento, non avremmo scuse e la nostra autostima sarebbe a rischio.

Guarda bene, invece, se per caso non hai messo in atto alcuni dei seguenti punti.

ECCESSO DI RIGIDITA’ NELLA PRETESA: spesso si pretende da noi stesse un eccesso di rigidità e perfezione nella restrizione alimentare. “Da domani niente carboidrati“, “Elimino tutti i grassi dalla dieta“, “non vado più a cena fuori“, “seguo la dieta con il bilancino dell’orefice“. Queste ed altre convinzioni particolarmente restrittive portano SEMPRE alla rottura perché un eccesso di rigidità porta sempre alla perdita di controllo.

IGNORARE I PROCESSI INCONSCI CHE STANNO ALLA BASE DELLE TUE ABITUDINI ALIMENTARI: i processi inconsci sono gli automatismi che ti portano a mangiare senza neppure rendertene conto (una lite a lavoro e ti ritrovi col biscotto in bocca senza neppure accorgertene). E’ fondamentale che tu abbia chiari gli inneschi delle azioni disfunzionali nell’atto del mangiare.

Il tuo pilota automatico ti porta sempre nella sala dove è proiettato continuamente lo stesso film col solito finale che dice: RESTA GRASSA.

METTERE IN ATTO L’IMPOTENZA APPRESA: cioè quell’atteggiamento passivo/vittimista ritenuto non controllabile. Si tratta del nucleo delle tue CONVINZIONI LIMITANTI, luogo ideale della tua piccola grande sabotatrice. Se, nella tua testa, credi di non riuscire a dimagrire la parte mentale sabotante avrà il sopravvento, INDIPENDENTEMENTE DALLA TUA FORZA DI VOLONTA’. Non ti sentirai “efficace” e capace del tuo cambiamento. Utilizzerai un linguaggio depotenziante: ” tanto ho sempre ripreso peso”, “non sono mai riuscita a mantenere una volta perso”…

Mi viene in mente a tal proposito una citazione di Samuel Johnson: “se un uomo parla troppo spesso delle proprie disgrazie, c’è qualcosa in esse che non gli è sgradevole”

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